sabato 16 giugno 2007

Momento Sexy

Ci sono momenti in cui le parole sono superflue

venerdì 15 giugno 2007

Incipit!

Ecco i miei cinque incipit, non li posto su burekeaters perché coi balcani non c'entrano niente (ho la (s)fortuna di essere schizofrenicamente innamorato di molte cose spesso completamente inconciliabili). C'è anche da dire che la maggior parte delle persone cui avrei passato il testimone o sono già nella lista o sono morte o sono lontane o non hanno un blog. L'unica persona cara a cui mi sento di passarlo è Elena.


Cuore di cane
, Michail Afanas'evič Bulgakov

“U-u-u-uh! Guardatemi, muoio. Nel portone la tormenta mi ulula il de profundis ed io urlo con essa. È finita, è finita. Un furfante dal berretto sporco, il cuoco della mensa degli impiegati al Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha rovesciato una mestolata di acqua bollente sul fianco sinistro.”

Il the nel deserto, Paul Bowles

"Si svegliò, aprì gli occhi. La stanza gli diceva poco o niente, profondamente immerso com'era nel non-essere da cui era appena affiorato. Se l'energia di accertare la propria collocazione nel tempo e nello spazio gli mancava, gliene mancava anche il desiderio. Sapeva soltanto di esistere, d'avere attraversato vaste regioni per tirornare dal nulla; c'era al centro della sua coscienza, la certezza di una tristezza infinita e al tempo stesso rassicurante, perché era la sola ad essergli familiare."

Vista con granello di sabbia (Il libro è un'antologia ed il pezzo qui sotto oltre a essere l'inizio del libro è anche l'inizio del discorso tenuto per il conferimento del premio nobel per la letteratura), Wisława Szymborska

"In un discorso, pare, la prima frase è sempre la più difficile. È dunque l'ho già alle mie spalle... Ma sento che anche le frasi successive saranno difficili, la terza, la sesta, la decima, fino all'ultima, perché devo parlare della poesia. Su questo argomento mi sono pronunciata di rado, quasi mai. E sempre accompagnata dalla convinzione di non farlo nel migliore dei modi. Per questo il mio discorso non sarà troopo lungo. Ogni imperfezione è più facile da sopportare se la si serve a piccole dosi."

La scelta della convivenza (anche questa è un'antologia e il pezzo oltre a essere l'inizio del libro è anche l'inizio della piccola autobiografia scritta da Alex e chiamata Minima personalia), Alexander Langer

Perché papà non va mai in chiesa?». Crescendo a Sterzing (950 m., 4.000 abitanti), in una famiglia democratica e borghese, che a casa parla in lingua (tedesca) invece che in dialetto (tirolese) e nella quale si respira un clima molto rispettoso e tollerante, mi inquesta molto il fatto che mio padre non vada mai in chiesa. Un giorno, approdittando del mio compleanno, oso chiedere alla mamma il perché. Me ne sento un po' in colpa, come anche per il fatto di non parlare in dialetto. «Il papà, stando in ospedale tutto il giorno e tutti i giorni (era l'unico medico chirurgo del circondario) serve D%o in altri modi - te lo potrà confermare il cappellano che va bene così». Il cappellano, un prete cecoslovacco in esilio, conferma. Più tardi mia madre mi spiega ache che mio padre è di origine ebraica e che non conta tanto in che cosa si crede ma come si vive."

Ciop, Giorgio Comaschi

"Un bambino giapponese stamattina mi ha tirato un pugno nella pancia davanti alle tazze di Alice. Lo so che è il minimo che può capitare. Ho sentito una fitta, proprio all'altezza del cappuccino bevuto due ore prima, ma ho fatto finta di niente. Proprio come ti insegnano a fare qui, qualsiasi cosa succeda. Fare finta di niente. Io invece, d'impulso, l'avrei ucciso, essendo anche oggi una giornata nerissima, cominciata male e, a occhio e croce, destinata, se non a rimanere stazionaria, a peggiorare. Ma Ciop non può, Ciop deve essere allegro, Ciop non deve mai reagire, né parlare, Ciop deve avere sempre stampato quel sorrisone da beota anche dentro, anche sotto quella specie di tuta di pelo sintetico dove invece c'è uno che potrebbe avere ormai le scatole girate da bimbi giapponesi, da lampi di macchine fotografiche sempre in ritardo, da piogge di coriandoli, da Ezechieli Lupo, da freddi polari, da continue mani addosso, da lucine intemittenti, da allegrie fotocopiate all'infinito, da silenzi di ore, senza carta d'identità, senza una faccia, senza una voce. Semplicemente Ciop. Ciop e basta."

giovedì 14 giugno 2007

No.23 [incipit's]

Accolgo l’invito di Muddiki, e scelgo 5 particolarissimi incipit che, per reconditi motivi, non sono i miei preferiti ma mi piacciono lo stesso tantissimo, per via del fatto che galleggiano tra l’inizio del libro e il frontespizio: sono, in parte, dediche, e in parte la promessa di chi scrive partecipata a chi legge; sono anche i motivi per cui uno scrive e le ragioni di chi ha scelto di leggere quel libro lì; e, infine, sono belli.

Le petit prince (Antoine de Saint-Exupery)
“Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa persona grande è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).”

Asterix in Corsica (René Goscinny – Albert Uderzo)
“In generale si pensa alla Corsica come alla terra natìa di un imperatore che ha scritto nel grande libro della Storia pagine memorabili almeno quanto quelle del nostro vecchio amico Giulio Cesare. Ma essa è stata anche la culla di un romantico cantante dalla lunga e gloriosa carriera: i suoi motivi di Marinella e della bella Catarineta sci sci han riempito il mondo. La Corsica è anche il paese della vendetta, della siesta, dei complicati intrighi politici, dei formaggi piccanti, dei maiali selvatici, delle castagne (leggi: cazzotti), dei succulenti merli beffeggiatori e dei vecchi senza età che guardano scorrere la vita. Ma la Corsica non è tutta qui!
E’ uno di quei luoghi privilegiati della Terra che godono di una loro tipicità che né i tempi né gli uomini riescono a intaccare. E’ uno dei paesi più belli del mondo e ben merita l’appellativo di ‘isola della Bellezza’. Ma perché questa premessa? – si chiederà qualcuno. Perché i corsi – che son ritenuti individualisti, tanto son sicuri di sé, apatici, ospitali, leali, fedeli agli amici, attaccati al paese natìo, chiacchieroni e coraggiosi – son pure ben altro.
Sono permalosi.”

Ludi matematici (Leon Battista Alberti)
“Conosco che io fu’ tardo a satisfare in questo mio opuscolo a’ desideri vostri. E benché di questa mia tardità io possa allegare molte scuse e cagioni, pure mi diletta più rimettermi all’umanità e facilità vostra e dimandare perdono se io errai. Forse arò satisfattovi, quando in queste cose iocundissime qui raccolte voi prenderete diletto sì in considerare sì ancora in praticarle e adoperarle. Io mi sforzai di scriverle molto aperte; pure mi conviene rimentarvi che queste sono materie molto sottili, e male si possono trattare in modo sì piano che non convenga stare attento a riconoscerle. Se vi saranno grate, sarò molto lieto. E voi, se altro più desiderate, quando lo sentirò, mi sforzerò di satisfarvi. Per ora siavi grato questo, nel quale troverete cose molto rare.”

Lezioni americane (Italo Calvino)
“Siamo nel 1985: quindici anni appena ci separano dall’inizio d’un nuovo millennio. Per ora non mi pare che l’approssimarsi di questa data risvegli alcuna emozione particolare. Comunque non sono qui per parlare di futurologia, ma di letteratura. Il millennio che sta per chiudersi ha visto nascere ed espandersi le lingua moderne dell’Occidente e le letterature che di queste lingue hanno esplorato le possibilità espressive e cognitive e immaginative. E’ stato anche il millennio del libro, in quanto ha visto l’oggetto-libro prendere la forma che ci è familiare. Forse il segno che il millennio sta per chiudersi è la frequenza con cui ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica cosiddetta postindustriale. Non mi sento di avventurarmi in questo tipo di previsioni. La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici. Vorrei dunque dedicare queste mie conferenze ad alcuni valori o qualità o specificità della letteratura che mi stanno particolarmente a cuore, cercando di situarle nella prospettiva del nuovo millennio.”

Rovine e macerie (Marc Augé)
“La vista delle rovine ci fa fugacemente intuire l’esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di richiamare in vita. E’ un tempo puro, non databile, assente da questo nostro mondo di immagini, di simulacri e di ricostruzioni, da questo nostro mondo violento la cui macerie non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che l’arte talvolta riesce a ritrovare.”

A questo punto, per continuare il gioco, dovrei invitare altri 5 amici (ma Santantonio lo sa?), non facile, per il timore di ritrovarli incastrati e da altri già nominati, ma io ci provo e candido:

facciamoquadrato
in viaggio col taccuino
burekeaters
rosalio
solecaldo

mercoledì 13 giugno 2007

Bush = Moro

No, non è la soluzione dell'equazione che il nostro amico ha proposto qui sotto ma una scritta comparsa sui muri delle strade di Roma. Insomma, questa scritta è stata presa per un insulto. Io, purparlé, mi domando: un insulto per chi, per Bush o per Moro, e soprattutto, chi ci dice che non voleva essere un complimento?

lunedì 11 giugno 2007

Quando un uomo si crede Dio ...

domenica 10 giugno 2007

DIO C'E'? [parte prima: un pò di ginnastica]

Una volta un architetto mi chiese se potevo progettargli una copertura a sbalzo della lunghezza di dieci metri ed uno spessore non superiore a venti centimetri, aggiungendo alla richiesta "e che Dio ce la mandi buona!"
Ora, progettare una struttura, sperando che sia Nostro Signore a tenerla in piedi è un atto di fede non da poco.
Un altro architetto (immaginate voi un po' chi possa essere) qualche giorno fa mi ha chiesto di introdurlo a "la prova matematica dell'esistenza di Dio" di Kurt Gödel (probabilmente anche lui ha intenzione di progettare qualcosa).
La cosa mi stuzzica, ma prima di iniziare credo che occorra un pò di allenamento matematico relativo alle dimostrazioni matematiche, ovviamente "mutu a ccu sapi u ioco".


Seguite un pò questa dimostrazione:


AGGIORNAMENTO: Probabilmente avrete già trovato il gallo ma per chi lo stesse ancora cercando tiriamogli subito il collo e facciamolo allo spiedo. Al quinto passaggio quando divido entrambi i membri per (a-b) faccio una cosa che è sempre lecita tranne quando (a-b) = 0, poichè come è a tutti noto non si può dividere un numero per zero. Ora siccome a = b ...

Come è andato l'allenamento?