giovedì 5 luglio 2007

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domenica 1 luglio 2007

Scontri di civiltà

Insomma sembrerebbe che la risposta ai crociati non sia tardata ad arrivare...

Dio c'è? [parte terza: Procediamo con logica]


Kurt Gödel fu una di quelle personcine costrette a vivere con un cognome importante.
Il suo nome infatti è composto da God ed El che significano “Dio” rispettivamente in inglese ed ebraico.
Mi sembra quantomeno ovvio che uno con un nome così tenda a fare le cose nel miglior modo possibile.
Capiamoci, se io mi chiamassi Mimmo Padreterno, a quest’ora non solo esisterebbe il Ponte sullo Stretto ed avrebbe la mia firma come progettista, ma avrei convinto già tutti della necessità del suddetto ponte per il semplice fatto che a progettarlo sono stato io.
Un tipino come Gödel, al quale Herr Warrum attribuì il soprannome di “Signor perché” non poteva non porsi la domanda delle domande, ma per formulare la prova matematica dell’esistenza di Dio dovette ricorrere al diavolo.
Perché, vedete, la logica è l’arte del diavolo per eccellenza e Gödel era un Dio della logica.
In principio era il verbo (logos) ed il verbo era presso Dio, e Dio era il verbo.
In principio, però! Perché poi, sap’Iddu che ci pigghiò (e qui la “I” maiuscola è d’obbligo) Dio decide di fare delle cose a dir poco diaboliche.
Sarà stata la noia, sarà stato il maluchiffare, ma incomincia a separare la luce dalle tenebre, separare le acque superiori da quelle inferiori e poi a creare: Sole, Luna, uccelli, pesci etc. etc.
Ora mentre nei giorni della creazione Dio è soddisfatto della propria opera, rimarcando ogni volta con un “Miii che mi venne bene questo!”, nei primi giorni era un poco siddìato perché aveva fatto qualcosa che poco gli si addiceva: separare.
La separazione è, infatti per contratto ad appannaggio del diavolo (diabolè = «divisione») e la nascita della logica avviene proprio quando il pensiero cessa di diventare unitario, per assumere connotazioni dualistiche.
Siamo nel Paradiso Terrestre, l’unico momento della storia, in cui un uomo ha pensato che la donna che gli sta accanto è la migliore del mondo. Quello che dice il serpente non solo è logico, ma paradossalmente vero: mangiando il frutto dell’albero proibito, Adamo ed Eva non solo non moriranno, ma conosceranno la differenza tra Bene e Male.
Cedere alla tentazione dimostra come non necessariamente la verità appartenga a Dio.
La logica, arte diabolica, è capace di confutare il pensiero e l’operato di Dio.
Nel XXVII Canto dell’Inferno di Dante, dopo che il Diavolo riesce ad ottenere l’anima di Guido da Montefeltro, producendo motivazioni dialettiche superiori a quelle offerte da San Francesco, abbandona la scena con un “Tu non pensavi ch’io loico fossi”.
Ecco quello che intende fare Gödel: diventare “loico”, farsi diavolo, per dimostrare l’esistenza di Dio.
Ecco quindi che per arrivare a Dio, dovremo perderci e manipolare, per poi ritrovarci da soli e vedere l’opera del nostro ragionare finita.
Che vuol dire confrontarsi con la logica matematica?
Significa apprendere un linguaggio basato segni, la semiotica, racchiudere questi dentro un pensiero, la sintassi, per trarne fuori tramite la semantica i significati.
Gödel che tanto tempo della sua vita ha dedicato alla logica morì nel mitico 1978, per malnutrizione, legata a disturbi della personalità … questo vi basti per decidere se leggere il quarto e ultimo post della serie e confrontarvi con “la prova matematica dell’esistenza di Dio”!