giovedì 14 giugno 2007

No.23 [incipit's]

Accolgo l’invito di Muddiki, e scelgo 5 particolarissimi incipit che, per reconditi motivi, non sono i miei preferiti ma mi piacciono lo stesso tantissimo, per via del fatto che galleggiano tra l’inizio del libro e il frontespizio: sono, in parte, dediche, e in parte la promessa di chi scrive partecipata a chi legge; sono anche i motivi per cui uno scrive e le ragioni di chi ha scelto di leggere quel libro lì; e, infine, sono belli.

Le petit prince (Antoine de Saint-Exupery)
“Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa persona grande è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).”

Asterix in Corsica (René Goscinny – Albert Uderzo)
“In generale si pensa alla Corsica come alla terra natìa di un imperatore che ha scritto nel grande libro della Storia pagine memorabili almeno quanto quelle del nostro vecchio amico Giulio Cesare. Ma essa è stata anche la culla di un romantico cantante dalla lunga e gloriosa carriera: i suoi motivi di Marinella e della bella Catarineta sci sci han riempito il mondo. La Corsica è anche il paese della vendetta, della siesta, dei complicati intrighi politici, dei formaggi piccanti, dei maiali selvatici, delle castagne (leggi: cazzotti), dei succulenti merli beffeggiatori e dei vecchi senza età che guardano scorrere la vita. Ma la Corsica non è tutta qui!
E’ uno di quei luoghi privilegiati della Terra che godono di una loro tipicità che né i tempi né gli uomini riescono a intaccare. E’ uno dei paesi più belli del mondo e ben merita l’appellativo di ‘isola della Bellezza’. Ma perché questa premessa? – si chiederà qualcuno. Perché i corsi – che son ritenuti individualisti, tanto son sicuri di sé, apatici, ospitali, leali, fedeli agli amici, attaccati al paese natìo, chiacchieroni e coraggiosi – son pure ben altro.
Sono permalosi.”

Ludi matematici (Leon Battista Alberti)
“Conosco che io fu’ tardo a satisfare in questo mio opuscolo a’ desideri vostri. E benché di questa mia tardità io possa allegare molte scuse e cagioni, pure mi diletta più rimettermi all’umanità e facilità vostra e dimandare perdono se io errai. Forse arò satisfattovi, quando in queste cose iocundissime qui raccolte voi prenderete diletto sì in considerare sì ancora in praticarle e adoperarle. Io mi sforzai di scriverle molto aperte; pure mi conviene rimentarvi che queste sono materie molto sottili, e male si possono trattare in modo sì piano che non convenga stare attento a riconoscerle. Se vi saranno grate, sarò molto lieto. E voi, se altro più desiderate, quando lo sentirò, mi sforzerò di satisfarvi. Per ora siavi grato questo, nel quale troverete cose molto rare.”

Lezioni americane (Italo Calvino)
“Siamo nel 1985: quindici anni appena ci separano dall’inizio d’un nuovo millennio. Per ora non mi pare che l’approssimarsi di questa data risvegli alcuna emozione particolare. Comunque non sono qui per parlare di futurologia, ma di letteratura. Il millennio che sta per chiudersi ha visto nascere ed espandersi le lingua moderne dell’Occidente e le letterature che di queste lingue hanno esplorato le possibilità espressive e cognitive e immaginative. E’ stato anche il millennio del libro, in quanto ha visto l’oggetto-libro prendere la forma che ci è familiare. Forse il segno che il millennio sta per chiudersi è la frequenza con cui ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica cosiddetta postindustriale. Non mi sento di avventurarmi in questo tipo di previsioni. La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici. Vorrei dunque dedicare queste mie conferenze ad alcuni valori o qualità o specificità della letteratura che mi stanno particolarmente a cuore, cercando di situarle nella prospettiva del nuovo millennio.”

Rovine e macerie (Marc Augé)
“La vista delle rovine ci fa fugacemente intuire l’esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di richiamare in vita. E’ un tempo puro, non databile, assente da questo nostro mondo di immagini, di simulacri e di ricostruzioni, da questo nostro mondo violento la cui macerie non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che l’arte talvolta riesce a ritrovare.”

A questo punto, per continuare il gioco, dovrei invitare altri 5 amici (ma Santantonio lo sa?), non facile, per il timore di ritrovarli incastrati e da altri già nominati, ma io ci provo e candido:

facciamoquadrato
in viaggio col taccuino
burekeaters
rosalio
solecaldo